sabato 8 settembre 2018

Città



Città dal gusto di provincia,

che mi sorprendi incastrato
all’orlo della tua camicia,
sento l’odore del tuo fiato.
Città, a cui devo le fatiche
lasciate dietro le discese,
figlie adottate di salite
maledette, poi comprese.
Città, il cui ultimo saluto
non sarà poi tanto triste,
dato che il tuo sguardo muto,
seguirà orgoglioso le mie piste.
Città, pingue di natura,
addossata verso il mare,
tutta appesa su un’altura,
che rispecchia il tuo invecchiare.
Città dalla buona educazione,
impastata di bestemmie e tradizione,
da contadini che non perdono l’occasione,
di ricordarti quanto varia il loro umore.
Città, i segreti tuoi ho scovato
di eroi ne hai conosciuti molti,
li hai amati come figli tolti,
eppure non ne hai mai parlato.
Città e il tuo amico argentino,
che segue passo al vento fresco del mattino,
sempre impegnato a tirar voce al suo destino,
tra vecchie mura di arenarie, malta e vino.
Città, in cui dovrò morire,
per difenderti dai torti,
dalle accuse e dai rimorsi,
di chi ti ha odiato senza mai partire.