giovedì 7 novembre 2013

La morte e i sogni

La morte. TATATATAAAAAAAAAAAAA. Si, proprio lei. 
Devo dire che in questo periodo penso spesso alla morte, quasi morbosamente. Non per gusto personale ovviamente ma per una serie di situazioni che spaziano continuamente nei miei pensieri: in primis mia nonna che poche settimane fa ha raggiunto la veneranda età di 88 anni e che sta completando il suo ciclo vitale non come avrebbe e come avremmo voluto noi tutti, causa una sorta di alzheimer che ne sta minando le capacità mentali giorno dopo giorno. A questo proposito mi torna in mente un sogno fatto due-tre anni fa: mi trovo proprio a casa di mia nonna e vedo passare davanti a me nonno Giancarlo, morto nel 1994, che si dirige verso la finestra della camera per poi scomparire; subito dopo mi passa davanti anche nonna la quale si dirige verso il marito. Non so perché ma nel sogno ho come avuto l'impressione che stesse andando a morire, succede no? di "essere salutati" nei sogni dai propri cari. Allora io la rincorro, la fermo e le dico:
"aspetta nonna non andare! stai qui un altro po' "
"non posso, lo sai" 
"dai, almeno altri 10 anni!"
e lei sorridendomi nel sogno mi disse: "va bene, altri 8..." e mi svegliai.
Stando ai fantasiosi calcoli di un nipote spaventato da quella che potrebbe essere la prima vera scomparsa drammatica della sua vita mia nonna dovrebbe morire a 92 anni.
Sarà anche che si è figli delle proprie madri, infatti anche mia madre era molto attaccata alla sua di nonna e spesso mi racconta quanto sia stato beffardo il fato con lei: mia mamma era solita andare dalla mia bisnonna molto spesso, quasi ogni giorno, per onorare un rapporto che si era consolidato sin da quando mia madre e mio zio Antonio erano piccoli. Ebbene il giorno prima che la mia bisnonna morisse, credo fosse il 1973 o '74, mi madre non poté andare a trovarla per un motivo che nemmeno ricorda; quella notte la mia bisnonna si sentì male e morì. Al capezzale era presente la mia prozia Piera la quale prontamente disse: "Chiamo il medico!", gli fu risposto dalla morente "non farà in tempo, sto morendo".
Presa dal rimorso per non aver potuto dire addio alla propria nonna, e forse la psicologia ha giocato un ruolo chiave in quello che sto per raccontare, mia madre la sognò qualche tempo dopo: si trovava nel vicolo che si snoda lungo i lati di casa di mia nonna e li, mentre vi camminava, ha incontrato la mia bisnonna iniziandoci a parlare, come tante volte era successo nella sua vita; mamma mi dice sempre che nel sogno non si è resa conto che si stava intrattenendo con un defunto, poi - quando la razionalità è subentrata nell'inconscio - ad un tratto ha esclamato: "nonna, ma tu sei morta", lei gli ha sorriso; mia madre si svegliò senza rimorso, quasi come se quell'addio fosse finalmente stato consumato.
Io credo in queste cose,  forse si presentano nella mia testa come una sorta di speranza, o forse sono semplicemente i riflessi di un bisogno psicologico legati ai desideri di non lasciare i propri cari e le loro vite che tanto hanno contribuito a creare la propria. Dovrò abituarmi a tutto questo.