sabato 25 ottobre 2014

Portare pazienza

Il 15 settembre 2014 è cominciata la mia vita indipendente, in convivenza con la mia compagna. Dopo aver "scontato" la pena di quasi sei anni universitari casalinghi, finalmente una parte degli obiettivi agognati sin dall'adolescenza si è realizzata: vivere in Francia.
Ora, non mi reputo né uno sciocco né un tipo particolarmente banale. Voglio dire che non mi è mai passato per la testa un pensiero del tipo: "Si! una volta arrivato in Francia, tempo due giorni, avrò la mia bella casa, il mio stipendio da tremila euro, un cane, un gatto e tanta felicità!". Ed ecco che il mio senso della realtà, a cui devo molto per tutti gli anni passati assieme, si è presentato puntuale a ricordarmelo: "Cercare l'indipendenza per costruirsi la propria vita è dura, facci l'abitudine."
E sapete cosa vi dico? Vi dico che bisogna portare pazienza.
Personalmente faccio sempre lo stesso errore, mi impongo di raggiungere obiettivi in un lasso di tempo pressoché limitato perché ho paura di non avere tempo, di essere fuori dai giochi. Sento di ragazzi che a poco più di vent'anni hanno sviluppato idee milionarie gestendo importanti aziende, persone che scrivono romanzi e che fanno scoperte meravigliose mentre io, per campare da solo, mi ritrovo a fare lo stagista non retribuito in università e lo sguattero in un ristorante, per l'ennesima volta, a 350 euro, per quaranta ore mensili di lavoro, con tre lauree sul groppone.
Bisogna portare pazienza.
Ovviamente si tratta di un momento, guardiamo il lato positivo, cerco lavoro da quasi tre settimane e già ne ho trovato uno. Inoltre si tratta di una cosa temporanea. Il mio CV piace ma per il momento non serve qui a Grenoble. Parigi è la via, Parigi sarà la svolta, le offerte non mancano.
Bisogna portare pazienza.
Un'altra cosa bella è il mio nuovo obiettivo: il diploma per diventare "Conservatore" nei musei.  L'anno prossimo vorrei trasferirmi a Lione per iscrivermi al Master che prepara al concorso, una roba da scienziati, tre prove scritte, tre prove orali, lingue straniere, etc. etc., cose che il sottoscritto studentello dell'Istituto d'arte di Fermo non potrebbe mai sostenere agli occhi dei liceali classici dai ventri gonfi di latino e greco.
Bisogna portare pazienza vi dico... forse mi attendono anni da sguattero, pizzaiolo, cameriere, per cui questo mio essere migrante non ha molto senso, ma come dice la mia bella madre "Qualunque lavoro, se onesto, è dignitoso".
Bisogna portare pazienza perché ne uscirò vincitore, ancora una volta, e sarà motivo d'orgoglio ripensare alla strada fatta, poiché non tutti hanno il coraggio di intraprenderla.
Io sì.