mercoledì 13 luglio 2016

Aggrappiamoci!

Ho pensato molto a cosa scrivere in questi giorni.

Inizialmente avevo in mente di "farmi" felice pensando a quanto stia andando bene l'avventura: la mia compagna ha passato il CAPES, concorso indetto in Francia per chi vuole insegnare italiano. Ora è ufficialmente insegnante, ha realizzato uno dei sogni della sua vita ad appena 26 anni; non dovrà restare in fila per decenni come succede per le graduatorie in Italia, no, in Francia sei già insegnate se passi il concorso, punto. 

Ed io sono felice per lei, sinceramente, perché si è impegnata come un drago per un anno, affrontando ansie ed insicurezze, riuscendo la dove lei stessa si dava per spacciata; e speriamo le serve da lezione: mai sottovalutarsi. Mia mamma una volta mi disse: "ci sarà sempre qualcuno migliore di te, ma ce ne sono tantissimi sotto di te". Lovely big mama. 

Anche la vita sociale ha preso una piega inaspettatamente positiva: nuove compagnie, tanta voglia di stare insieme, progetti, cene, birre, le bestemmie agli europei, le mamme tedesche a cui hanno fischiato le orecchie per 3 giorni dopo la partita, gli insulti ai 18enni francesi che tifavano Germania (Bom Dia Francia !), etc etc... questa città che mi pesava sul groppone inizia e dimagrire e a pesar meno. 

Poi le tragedie. 

Hanno ucciso un nigeriano nella mia città, Fermo, un posto che non ha mai fatto male a nessuno (almeno nei miei 20 anni di ricordi in cui ho vissuto li). Un fatto di cronaca come tanti, un delitto razziale perpetrato da un fanatico di estrema destra conosciuto da tutti a Fermo per la sua violenza e le sue idee radicalmente idiote. 
Quando vedi via XX settembre, la strada che porta in Piazza del Popolo dove ho vissuto i felici anni universitari, stirata e spiegazzata sulle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali, capisci che qualcosa ti ha colpito dritto in testa. Come il pugno che ha ucciso quella povera persona, Emmanuel. 
Allora cominci a riflettere, a leggere, ad informarti: perché la vita si accanisce in questo modo? Come può rendere tutto cosi difficile? Voglio dire Emmanuel e la sua compagna avevano già perso un figlio, oltre ad essere costretti a fuggire per la guerra... Cristo. 

Ieri invece, 12 luglio 2016, il treno che io e la mia compagna dovremo prendere ad Agosto per andare a festeggiare il matrimonio dei miei amici di Corato si è schiantato contro un altro treno, un errore umano: 23 morti e non so quanti feriti. 
Leggevo delle vittime: c'è chi stava rientrando dopo aver fatto visita ad un'amica, chi stava andando in ufficio, chi aveva fatto una visita medica. Morti. Una morte orribile, una ragazza è stata riconosciuta grazie ad un anello che non toglieva mai. 

Quindi mi aggrappo disperatamente ed egoisticamente a ciò che mi rende felice, alle piccole gioie quotidiane: Ileana, il mio gatto, la famiglia lontana che rivedrò presto, gli amici anche loro lontani e vicini, la musica, i fumetti... andiamo avanti, aggrappiamoci! Perché la vita è veramente strana in questi tempi bui...