martedì 7 febbraio 2017

Il primo bacio

Il mio primo bacio fu un fugace battito di labbra. Eppure me lo ricordo bene.

All'epoca ero quasi bello: avevo una timida barba disegnata a matita, un torace da nuotatore e lo spirito guerriero, nonché degli occhiali neri, sottili, che si amalgamavano al viso tondo della gioventù. Avevo 19 anni, quasi dieci anni fa.

Successe alla mia festa di compleanno, evento mondano di una certa qualità (scadente); era un giorno nei primi di dicembre del 2008.

Sappiate che un anno prima ero stato complice della più grande celebrazione mai vista in terra fermana: quei 18 anni tanti agognati erano cominciati col botto, come giusto che fosse. I reduci la ricordano ancora tramandando il mito di un evento rimasto nel cuore dei più.

Tornando al 2008, decisi di fare una festa semplice, ridotta agli amici più intimi di quel periodo della mia vita. Una sala affittata al centro sociale sotto casa, musica, birre e 300 kg di tiramisù, le cui proprietà curative sono note sin dai tempi oscuri.

Vedete era il mio primo anno d'università... eppure continuavo a pensare alle scuole superiori con una certa nostalgia ben ancorata sulle spalle. La mia testa era come un cesto di vimini che continuava a riempirsi di esperienze, persone nuove, indipendenza, viaggi e ragazze mai avute. Con gli amici di allora si facevano tante cose, probabilmente sempre quelle, ma avevano sempre un gusto particolare. Averli li era per me motivo di orgoglio, una famiglia allargata, pronta ad afferrarti ad ogni, inevitabile, sgambetto dell'immaturità.

A vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell'età...

Tra questi amici, vecchi e nuovi, c'era una ragazza, compagna di studi. Io non avevo mai pensato a lei in quella certa maniera che noi maschi conosciamo bene, eppure il potere di un bacio è in grado di distruggere qualsiasi Nazgûl (i NAAAAZGÛLLL!!!).


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La serata era quasi giunta al termine, eravamo rimasti in pochi, tutti illuminati dalla serenità e dalle birre ormai vuote. Spegnemmo la luce principale tenendo accesa una piccola lanterna nella stanza accanto. Due giovani amanti, ora sposati, avevano cominciato la loro storia in quel preciso momento. Lui mi raccontò di aver fatto l'amore con lei la notte stessa. La vita è inaspettatamente bella delle volte, e mi piace pensare di essere stato un po' l'artefice di questo grande amore.

Intanto io vagavo per la grande sala, bevendo e canticchiando le canzoni dei Led Zeppelin in sottofondo. Non ricordo i miei pensieri, ma sono certo di aver percepito qualcosa quella sera, un sottile solletico allo stomaco, quello che anticipa le grandi occasioni.

E fu in quel momento, nel buio tiepido del centro sociale di Caldarette Ete, frazione di Fermo, che lei si avvicinò a me regalandomi la prima, grande, emozione della mia matura adolescenza.

E che sensazione nuova provai... se dovessi esprimere un desiderio vorrei vivere eternamente sensazioni nuove.

Si allontanò sorridendo. Non successe mai nulla fra me e lei e non ne parlammo mai negli anni a venire. Rimase un tacito segreto da sfogliare nel grande libro dei ricordi.



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