Un altro anno sta giungendo al termine e, come al solito, è tempo di guardarsi alle spalle per vedere quanto si è fatto, quanto non si è fatto e cosa si sarebbe potuto fare con un briciolo di impegno in più.
Sicuramente il 2013 è stato bello per due ragioni fondamentali: la prima è quella di aver trovato una persona da amare profondamente, con la quale scambio la mia vita senza tanti "ma" e "però", un rapporto maturo sul quale sto piantando fondamenta solide (queste me le immagino di legno rosso scuro con venature profonde a cerchi sempre più dislungati); in seconda battuta sono contento di aver portato a termine la prima parte di un percorso di studi che porterò a compimento nel 2014, ovvero il doppio diploma franco-italiano che ha visto il qui presente prendersi una bel master in storia dell'arte all'università francese di Grenoble, superando difficoltà "infide e bastarde" come direbbe il famoso trio comico, paure e complessi forse normali per chi va a vivere da solo per la prima volta, per lo più in un paese di cui non conoscevo nemmeno la lingua (che per la cronaca considero molto più semplice dell'inglese). L'esperienza di Grenoble mi ha fatto capire quanto siano profonde le radici che ho diramato per la mia città, Fermo, un luogo che non avevo mai perduto di vista per più di un mese e che ho riscoperto dopo un anno di assenza, nel bene e nel male, amando i suoi portici, le sue viuzze nascoste dai nomi altisonanti, i suoi spazi nel quale non vorrei mai vivere una vita intera perché limiterebbe le mie ambizioni, ma dove vorrei tornare ogni tanto per delle lunghe passeggiate.
Aggiungerei anche una postilla per il 2013 in fatto di cose belle: la mia musica, che nessuno conosce ovviamente ma che, per i pochi "fortunati" che hanno avuto il piacere di ascoltarla, sembra riscuotere un discreto successo, segno che la semplicità è sempre il mezzo più indicato per trasmettere emozioni.
Passando alle cose non portate a termine quest'anno c'è sicuramente lo studio dell'inglese che ancora mi porto dietro quando dovrei parlarlo quanto l'italiano; i problemi alimentari che continuo ad affrontare ad ondate di fiducia seguite poi da cadute imbarazzanti su soffici letti di cioccolato, gelati e quanto più di buono e poco salutare esiste su questa terra; lo studio della musica che non approfondisco mai nonostante ogni tanto continui a comprarmi bellissimi quadernoni dalla copertina rigida sul quale appuntare i miei studi e le mie riflessioni su armonie, serie di accordi e intervalli; i libri che quest'anno ho letto poco e male a causa di una forma d'ansia che mi spinge a leggerli velocemente e/o distrattamente, come se stesse scadendo il tempo per farlo; la tranquillità familiare, arrendendomi al fatto che non l'avrò mai finché resterò qui.
Ora è giunto il momento di scrivere la letterina a Babbo Natale per i buoni propositi dell'anno che verrà:
Caro Babbo Natale,
so che lavori solo a Natale ma non chiedendoti giocattoli o pupazzi (a proposito, che fine hanno fatto quei bellissimi Batman che avevo da bambino? ora vedo solo macchinine e gormiti dio bono!) penso che potrai almeno sentire quello che ho da chiederti. Per il 2014 vorrei portare a termine alcuni obiettivi che mi trascino da tempo immemore, te li elenco: imparare l'inglese definitivamente (magari con una bella esperienza in terra anglosassone...); fare una vita più sana e consona alle norme alimentari; laurearmi e cominciare subito una bella esperienza lavorativa, possibilmente in terra francese, belga o canadese; incidere il mio personalissimo disco musicale; leggere i libri più attentamente, anche pochi ma in maniera produttiva; studiare il latino (mi serve, non c'è niente da fare).
Per ultimo vivere un ambiente familiare privo di tensioni e acidità... non ridere sai!
BUONE FESTE CARISSIMI!
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