giovedì 18 luglio 2013

La Notte





Siccome la notte

gioca brutti scherzi

la lascio stare.


Eppur mi prende la voglia

di seguirla, fermarla,

o vederla passare.


Perché la notte

porta consiglio a chi

dorme come Fitzgerarld:

sul fianco, per soffocare la pena.


Non importa

se sceglie il silenzio,

se trascina dietro segreti

sparsi tra i lumi accesi

incavati sulle sue spalle, larghe;


a me basta sapere

che lei vegli i nostri pensieri,

da covare come tesori

sotterrati in spiagge balenanti

di scie d’aurora scintillanti,

dove i padri affidavano

ai propri  figli i ripensamenti,

arenati in scrigni saldati

da mille lucchetti e infiniti compromessi.


La notte è la culla dei pentimenti,

che sottraggono ai sentimenti

la voglia di cambiare.


Così resta il suono dei rancori,

sempre pronti a scagliarsi

contro le vecchie illusioni,

striate dalle labirintiche rughe

del passar delle stagioni.


Adesso sono le montagne

a circondare la mia notte:

si affaccia dal suo vasto impero,

rievocandomi un balcone nero

dove vedevo alte le navi

aprirmi alla vita

e al suo mistero.


Non so quando arriverà

il momento in cui la notte

ricambierà il favore,

lanciandomi dall'alto

un segno del suo umore.


Io aspetterò quieto:

lo farò da un umile terrazza,

da una sgangherata sedia,

al di là di una carezza
poggiata sul viso di una chitarra. 



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